Incontrare dal vivo l’arte di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi è stata una rivelazione. Riesco a scriverne solo adesso, a mostra già conclusa, e dopo averla visitata per tre volte. La prima volta con la mia amica Alessandra che non vedevo da lungo tempo e con cui condivido la gioia dell’arte. Una volta da sola, per assaporare tutto “nel mio tempo”. La terza volta con la mia famiglia, animata da un grande desiderio di condividere la scoperta.
Tre momenti diversi e sempre la stessa sensazione: l’arte di Eliasson mi riflette e, allo stesso tempo, mi vede e mi fa sentire vista!
So che è stato l’inizio di qualcosa di significativo. E nonostante tutto è qualcosa che riesco, per ora, solo a percepire e sentire. Non ho ancora le parole per esprimerlo. Sembra un vuoto, ma ho il sospetto che sia invece uno spazio pieno di tesori. Una risorsa. Uno spazio indefinito e sensibile da cui potrà nascere qualcosa di nuovo.
Eliasson, a conclusione del percorso espositivo, rivolge un invito ai visitatori della mostra: “Quando si lascia una mostra come la mia, si può avere la sensazione di aver fatto un salto in una macchina di sogni, lontano dalla realtà. Io spero invece che si tratti di un passo per avvicinarsi alla realtà. un’occasione per vedere le cose a una definizione maggiore. Sono convinto che la cultura e l’arte ci pongano domande che ci invoglino a valutare le cose da una prospettiva più ampia. Spero che uscendo dalla mostra ciascuno possa dire: Bene! Sono un artista anche io! Sono entrato e ho prodotto la mia personale realtà! Posso cambiare le cose!”.
Mi sono ispirata alle parole dell’artista per la pratica di scrittura di questo mese, dedicata alla tecnica ecfrastica. È un invito a meditare su un'opera d'arte, a sperimentarla con tutti i sensi, a cercare parole o modalità per restirutirne l’essenza e potenza espressiva.
Mi auguro che possa essere un modo per arricchire la tua personale esperienza della realtà.
Un abbraccio,
Serena
Credo nel valore delle parole e nella magia dell'incontro. Se ti fa piacere condividere i tuoi pensieri e la tua esperienza puoi lasciare un commento oppure scrivermi a scrivimi@serenamancini.com: sarò felice di conoscerti meglio e ti risponderò a mia volta.
CREDITS: Nella foto, un’opera dell’artista Olafur Eliasson intitolata Solar Compression ed esposta nella mostra “Nel tuo tempo” a Palazzo Strozzi, Firenze.
Ciao Serena, grazie per questa condivisione.
penso di essere d'accordo sul fatto che l'arte contemporanea debba aprire spazi.
Quanto bisogno abbiamo di spazi?
Grazie per la tua cura nel condividere.