La parte più difficile delle transizioni è lasciare andare il ‘chi’ siamo stati e il ‘cosa’ avevamo ottenuto, senza sapere ancora ‘chi’ siamo diventati e ‘cosa’ faremo di nuovo.
Questo è vero sia quando andiamo incontro a un cambiamento desiderato sia quando ci tocca confrontarci con un cambiamento inatteso.
Imparare a lasciare andare dovrebbe essere appreso ancor prima di imparare ad ottenere. La vita dovrebbe essere toccata, non strangolata - Ray Bradbury
Lasciar andare è come respirare, vivere a braccia aperte, accogliere la vulnerabilità e le possibilità; accettare quello che c’è, mentre si continua a creare l'impossibile.
Il mese scorso Chris Anderson ha annunciato l’inizio di un nuovo eccitante capitolo per TED.
“Ho quasi 70 anni, guido questa organizzazione da 25 anni, è tempo i lasciare le redini a qualcun altro!”.
Sono venuta giù dalla sedia.
“Lasciare andare - dice Anderson - è un'idea la cui potenza mi ha stupito più e più volte. Dopotutto, è stato quando abbiamo iniziato a distribuire i nostri contenuti online nel 2006 che i TED Talks sono diventati un fenomeno globale, ampiamente condivisi e tradotti in più di 100 lingue. Ed è stato quando abbiamo iniziato a distribuire il nostro marchio sotto forma di licenze TEDx gratuite che gli organizzatori locali hanno risposto offrendo volontariamente il proprio impegno, per portare il nostro modo di condividere idee alle comunità di tutto il mondo”.
Ho letto e riletto il testo più volte e condivido qui alcuni insegnamenti che ne ho tratto.
1. Chiarire cosa è necessario lasciare andare
Rilasciare gli attaccamenti al passato: è essenziale per accettare pienamente il punto in cui sei nel presente.
“Ho avuto la grande fortuna di supervisionare TED negli ultimi 25 anni. - dice Anderson - È stato esaltante e provo grande orgoglio per ciò che TED è diventato. Mentre l'organizzazione entra nel suo quinto decennio e io mi avvicino (gulp) ai 70, credo che sia giunto il momento che qualcuno di nuovo prenda le redini!!”.
2. Scegliere cosa resta nel presente
Quando lasci andare l’attaccamento a ciò che hai realizzato, quello che resta è l’essenza dell’esperienza che hai vissuto: principi, valori guida, aspirazioni. Portali con te: saranno la bussola per orientarti nel futuro.
“Per essere chiari, non cerco di guadagnare finanziariamente da questo processo. TED è un'organizzazione non-profit (non ho mai ricevuto uno stipendio) e qualsiasi somma in entrata non andrà a me, ma direttamente a sostegno della crescita futura di TED. L'unico obiettivo è lasciare che TED vada a chiunque abbia la visione migliore per la sua prossima era, e le risorse per realizzare quella visione” - Chris Anderson
Nella versione estesa della comunicazione, Anderson compila un inventario dettagliato ed essenziale di tutto quello che il TED è in questo momento, completo dei risultati raggiunti e delle nuove iniziative appena lanciate.
Passa in rassegna le risorse disponibili.
Include i principi e i valori: indipendenza editoriale; una posizione imparziale e l’accoglienza di voci che rappresentano diversi punti di vista; una comunità globale sempre più estesa; l'accesso gratuito ai contenuti principali.
Chiede l’impegno a chi verrà dopo di lui di assumerli come guida.
3. Immaginare il futuro. Insieme.
Il futuro si crea nell’incontro con ciò che non conosciamo, accogliendo punti di vista diversi dal nostro. Il futuro si crea nelle conversazioni. Il futuro è una azione collettiva.
“Piuttosto che iniziare una miriade di conversazioni private, penso che sia più giusto e più allineato allo spirito di TED aprire questo processo alla nostra comunità a livello globale”.
Queste sono le domande che Anderson condivide con la comunità per avviare la conversazione:
1. Qual è la tua visione?
2. In che modo garantirai l’indipendenza editoriale?
3. Ti impegnerai a praticare l’apertura?
4. In che modo amplierai la portata globale di TED?
5. Come preserverai i contenuti di TED nel lungo termine?
6. Ti impegnerai a continuare la distribuzione gratuita adesso e nel lungo termine?
7. Quanto capitale puoi investire nel futuro di TED?
Mi sono fatta l’idea che siano le stesse domande che hanno guidato lui e l’intera organizzazione in questi 25 anni.
Ai miei occhi sono la cartina di tornasole di un certo atteggiamento verso il futuro, fatto di presenza e di ascolto: una disponibilità a stare fra una separazione dalle forme compiute e una attesa, con la fiducia che nuove forme arriveranno.
4 . Ricordare che le transizioni richiedono tempo
Il cambiamento è una nuova direzione. La transizione riguarda la relazione con quel cambiamento. Le transizioni coinvolgono tutte le persone interessate da un cambiamento. Le transizioni sono un processo, richiedono tempo.
“Ci vorrà del tempo per capire a chi passare TED. So che questo periodo potrebbe essere impegnativo per alcuni, sia nel team TED che nella nostra comunità. Credo che il risultato sarà entusiasmante, ma ovviamente il non sapere dovrà comunque essere gestito. Voglio ringraziarvi per la vostra pazienza e fiducia” - Chris Anderson
Se vuoi approfondire:
Matteo Roversi e Mauro Gervasi, nella newsletter Futuri Preferibili rileggono il testo della dichiarazione di Chris Anderson alla luce del futuro delle organizzazioni aziendali.
CORPO
La fisiologia del respiro è complessa e affascinante. Ha molto da insegnarci sul lasciare andare. Sul permettere che le cose accadano senza trattenerle.
A ogni espiro lascio andare il vecchio - l’aria priva di ossigeno e di scorie esce da l corpo. Si crea uno spazio. Ad ogni inspiro lascio entrare il nuovo - l’aria ricca di ossigeno entra e diffonde vitalità.
L’espiro mette in tensione di una serie di muscoli addominali, lombari, intercostali, sia nella fascia anteriore che in quella posteriore del corpo. Non possiamo ‘fare’ l’espiro: possiamo solo lasciarlo accadere, lasciare uscire l’aria.
Lo svuotamento crea la differenza di pressione necessaria a risucchiare l’aria all’interno.
L’inspiro accade come conseguenza del rilascio della precedente tensione.
EMOZIONI
Quando lasciamo andare il passato può emergere una emozione di tristezza: il vuoto che rimane sa di perdita.
Altre volte lasciare ciò che è noto per ciò che non conosciamo smuove la paura.
Spesso ci vuole coraggio per iniziare l’attraversamento.
Se facciamo fatica a trovare il coraggio, la curiosità è sempre una buona risorsa da portare con sé.
In un suo post la psicoterapeuta Daniela Bernardo scrive:
“Siamo eterni abitanti di una terra di mezzo e in quello spazio tra ciò che è stato e ciò che sarà ci fanno di solito compagnia l’impotenza, vari gradi di paura. A volte magari anche un pizzico di curiosità. […] Il guado però è l’inevitabile premessa della crescita e non penso si possa arrivare alla sponda-futuro senza passarci nel mezzo”.
LINGUAGGIO
Usiamo una locuzione per esprimere il “lasciare andare”: due parole usate come una unità.
Ma spesso ne sintetizziamo il significato in una sola parola: senza quasi rendercene conto adottiamo un significato altro, vicino ma non identico a quello della locuzione.
Rinunciare, abbandonare, tagliare.
Tutte parole che nei loro significati comportano un’interruzione. Una discontinuità tra un prima e un dopo. Una separazione fra due lembi.
Cosa cambia se teniamo le due azioni verbali attive nello stesso tempo?
Lasciare (spazio) andare (spazio)
Vediamo emergere la possibilità che si tratti di due fasi di uno stesso processo unitario.
Proprio come il respiro.
Espiro (pausa) inspiro (pausa)
Da qui forse possiamo aprirci al futuro con maggiore fiducia: ad ogni vuoto seguirà una pausa di attesa, poi di nuovo un pieno, e così via, secondo un movimento ritmico che si ripete ciclicamente.
Lasciar andare. Ascoltare ciò che resta. Lasciare entrare. Incontrare ciò che emerge.
Un abbraccio,
Serena
Credo nel valore delle parole e nella magia dell'incontro. Se ti fa piacere condividere i tuoi pensieri e la tua esperienza puoi lasciare un commento oppure inviare una email a scrivimi@serenamancini.com: sarò felice di conoscerti meglio e ti risponderò a mia volta.
Credevo che lasciar andare fosse una delle cose per me più difficili da fare, in tanti ambiti della vita. Poi salta fuori che lo faccio a ogni respiro… Che cambio di prospettiva! Grazie di tutte queste riflessioni bellissime, Sere.
...che poi come dice Niccolò Fabi... "Vince chi molla". E' una cosa che sto cercando di spiegare a mio figlio quando gli dico di prendere le cose con leggerezza, ma forse è ancora presto per i suoi 17 anni, anni di ribellione e di affermazione... bell'articolo, grazie